Guantanamo. I giornalisti sono sempre esagerati, Paragonare
Castellaneta Marina a Guantanamo è una enormità tipica di chi è
abituato male e non ha i piedi per terra. Ma ci fosse uno che non è
imbufalito per la scelta di questo complesso per fare il congresso. E
la battuta più frequente era: "ma ci sono anche i pigiamo arancioni?"
Dopo l'avventura di ieri, conclusa con toast preparati da un simpatico
barista ondeggiante sotto i suoi chili e da una barista stressata
dall'arrivo di una massa di giornalisti affamati a caccia di cibo, il
risveglio è stato sotto un grigio e scialbo cielo nuvoloso, un po'
umido e caldo, in un complesso che alla luce si è rivelato per quello
che veramente è: una cittadella-fortezza, con tanto di fossato (ci
saranno i coccodrilli?) che tiene lontano eventuali intrusi. Ma, come
la Muraglia cinese, in questo caso forse serve più a tenere dentro chi
vorrebbe fuggire.
E ce ne sono già diversi: ieri uno ha cercato di andarsene, scene di
panico alla partenza da Bari in autobus con persone che minacciavano
esposti a non-si-sa-chi per come erano stati trattati. Una genia di
gente abituata a sventolare la tessera per ottenere un riconoscimento
di ruolo, circondata da simili, crea stress e tensione.
Oggi comincia veramente il congresso, ancora non ha saputo nulla dello
scontro interno, ma dovrebbe esserci anche un intervento degli
editori. Magari annunciano che sono disponibili a riaprire un
confronto per davvero. Magari.
Intanto si scaldano le componenti congressuali e le componenti si
preparano a presentare ordini del giorno, mozioni e documenti. O, la
politique politicienne!
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